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Dornier DO 217 KII

(Slides realizzate dall'Amm. Marco Santarini)

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  • lunghezza m. 3,30,

  • diametro mm. 500,

  • peso kg. 1.400,

  • esplosivo kg. 320,

  • velocità di discesa 300 m/s,

  • tempo di accensione dei razzi 300 m/s (che lasciavano una codetta luminosa),

  • rettangolo di guida +/- 800 m e +/- 400 m.

The Dornier Do 17 was a medium-wing twin-engine monoplane made by the German Dornier-Werke GmbH in the 1930s and one of the first modern bomber aircraft under the Luftwaffe during the Second World War.
It was nicknamed “The Flying Pencil” due to the slim shape of the fuselage, as opposed to the wings which apparently failed to be as aerodynamic, which contributed to never having had an absolutely outstanding performance.
Armament was scarce, both defensive and offensive, but the real problem was that this aircraft was not fast enough to escape enemy fighters despite its thin fuselage; moreover, this ended up being too narrow to house a sufficient defensive armament and adequate firing ranges.
All this led to an improved version called Do 17 Z, equipped with a larger cockpit.
The need to also have more powerful engines and other adjustments in general generated the subsequent and totally redesigned Dornier Do 217.

After the initial versions Do 217 A-0 and Do 217 C-0 of pre-series and equipped withinverted V engines DB 601B, production was concentrated on the Do 217 E version characterized by the use ofradial BMW 801A / B.

It was also used in its various versions as a night bomber, night fighter and anti-ship attack aircraft. The latter, the Do 217 K characterized by a fuselage of greater section and by the greater wingspan (20,81 m), was prepared for the use of the radio-guided bombRuhrstahl SD 1400"Fritz X", known for the sinking of thebattleship Romeof theRoyal Navy, on September 9th1943, as a consequence of the signature of thearmistice of Cassibile.

All'inizio del 1942, grazie alla costruzione di una galleria del vento in cui effettuare le prove, si intervenne modificando le alette di controllo ed introducendo un freno aerodinamico in coda per ridurne la velocità di caduta. Successivamente, nel febbraio 1942 a Karlshagen e Peenemünde-West si constatò che l'ordigno doveva essere lasciato cadere da una altezza minima di 3 900 metri, questo per avere un tempo sufficientemente lungo a consentire di correggerne il volo (e conseguentemente il punto d'impatto) da parte del puntatore. Le condizioni meteorologiche però ponevano dei limiti alla sperimentazione da tali altezze, perciò si decise di approfittare del ben più mite clima dei territori dell'alleato italiano e trasferire tutto il programma nelle vicinanze di Foggia. Qui, in un solo mese, l'équipe del dottor Kramer fu in grado di completare le prove e lo sviluppo e di assicurarne la completa operatività.

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La bomba era dotata di una testa perforante che le permetteva di essere usata efficacemente contro obiettivi corazzati, in quanto aveva la capacità di perforare una corazza di acciaio di circa 120 mm.

Inoltre la bomba poteva centrare con buona precisione il bersaglio in quanto era possibile controllare e correggere la sua traiettoria attraverso l’azionamento radiocomandato delle alette di profondità e dei timoni di direzione. La possibilità di colpire il bersaglio dipendeva dall’abilità del puntatore il quale agiva azionando una mini-cloche e un semplice congegno di mira (Lofte 7/D) collegato ad un sistema radio-ricetrasmittente (Telefunken FuG2O3Kehl). Il puntatore doveva collimare il bersaglio e la codetta luminosa della bomba fino a quando questa non centrava l’oggetto da colpire.

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La sua alta velocità, l’estrema precisione nel centrare il bersaglio consentivano di sganciare la bomba da una quota tra i 5.000-7.000 m e praticamente quando si era in corrispondenza della verticale della nave da colpire.

Anche tale bomba, le cui caratteristiche non erano note alle nostre Forze Armate, era stata progettata per essere usata contro obiettivi navali.

Ci si trovava quindi di fronte ad un nuovo tipo di bomba, che modificava sostanzialmente le modalità di un attacco aereo. Questo infatti poteva essere condotto da una quota compresa tra i 5.000-7.000 m anziché 3.000-3.500 m come in precedenza, e su un sito - angolo virtuale compreso tra la retta congiungente il bersaglio con l’aereo attaccante ed il piano costituito dalla superficie del mare - (nave- sito aereo-mare ) di circa 80° mentre quello precedente era su un sito di circa 60°.

Gli apparecchi dotati di tali bombe erano i “Domier DO 217K2” completamente metallici, la cui cabina di pilotaggio era stata trasformata per rendere efficiente, al massimo, il lancio da alta quota di ordigni speciali.

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