top of page
seppellimento.jpg

Nell’ affondamento della Roma persero la vita almeno 1.393 uomini su un equipaggio di 2021 unità (compreso il personale del CC.FF.NN.BB.).

 

Nel mese di ottobre 2009, il nostro Presidente Onorario, Com. Pier Paolo Bergamini, ha concluso la ricerca sull'elenco effettivo dei caduti del Roma.

La pubblicazione, a tiratura limitata, è stata dedicata alla "Sala Memorial Acorazado Roma" che si trova presso l'ex ospedale dell'isola del Rey di Mahon.

Il comportamento del personale della Roma, così come risulta dalle testimonianze rese dai reduci della nave alla Commissione d’Inchiesta Speciale (CIS), che viene nominata ogniqualvolta si verifica l’affondamento per motivi bellici di una nostra unità da guerra, fu esemplare fin dalla partenza della nave da La Spezia.

Moltissimi furono gli episodi di abnegazione per salvare i compagni feriti o gravemente ustionati, così come fu encomiabile l’opera degli ufficiali e dei sottufficiali i quali, con la loro sicurezza e tranquillità, riuscirono a mantenere la calma e l’ordine nelle zone colpite dalle bombe e dagli incendi sviluppatisi.

Molti persero la vita pur di dare soccorso ai compagni che erano rimasti intrappolati in zone della nave colpite e dalle quali non avrebbero potuto trovare scampo. Allorché fu evidente che la corazzata era ormai in procinto di affondare, gli ufficiali ed i sottufficiali avviarono verso poppa il personale, aiutando i feriti più gravi.

Il tenente di vascello Agostino Incisa della Rocchetta (Direttore di Tiro dei Cannoni contraerei da 90 mm, del lato sinistro), pur essendo orribilmente ustionato al volto e alle mani, a rischio della propria vita raggiunse la Plancia Ammiraglio per cercare di portare il suo aiuto. Arrivato in Plancia constatò che sulle ali di Plancia non vi era nessuno e che le porte stagne di accesso al torrione erano chiuse dall’interno. (Infatti all’ordine “posto di combattimento” tutta la portelleria stagna veniva chiusa dall’interno dei locali). Mancandogli le forze non riuscì ad aprirle dall’esterno. Si portò allora verso poppa e, qui giunto, ordinò, come ufficiale del Corpo di Stato Maggiore più elevato in grado, l’abbandono della nave, al grido di “Viva l’Italia, viva il Re”, non appena si rese conto che non vi era alcuna possibilità di salvezza.

 

Sull’abbandono della Roma, così riferisce l’ammiraglio Biancheri nel suo “Rapporto”: “Accosto in modo da passare vicino alla gran nave ferita e che il fumo nasconde in parte. Chiamo la Squadriglia Mitragliere e ordino di portarsi a prestare soccorso. Sulla Roma deve essere stato dato l’ordine di abbandonare la nave, perché vedo la gente dirigersi verso poppa: senza correre, in perfetto ordine. Abruzzi e Garibaldi defilano ai due lati dell’Ammiraglia morente, rendendole il saluto con estrema commozione”.

Comando in Capo delle FF.NN.BB.

Grado
Presenti a bordo l'8 settembre
Caduti o dispersi
Superstiti
% caduti sui presenti
Ufficiali
28
28
-
100%
Sottufficiali
62
60
2
97%
Serg. Sott. e Comuni
TOTALE
138
228
112
200
26
28
81%
88%

Nave da battaglia Roma

Grado
Presenti a bordo l'8 settembre
Caduti o dispersi
Superstiti
% caduti sui presenti
Ufficiali
87
57
30
66%
Sottufficiali
217
171
46
79%
Serg. Sott. e Comuni
TOTALE
1.489
1.793
965
1.193
524
600
65%
67%

Riepilogo

Grado
Presenti a bordo l'8 settembre
Caduti o dispersi
Superstiti
% caduti sui presenti
Ufficiali
115
85
30
74%
Sottufficiali
279
231
48
83%
Serg. Sott. e Comuni
TOTALE
1.627
2.021
1.077
1.393
550
628
67%
69%

26 naufraghi recuperati e periti per le gravi ustioni sono stati tumulati nel cimitero di Mahon. Sono:

Marò Onofrio Amato

Marò Achille Barbaglia

T.V. Guido Caputi

SC. Cesare Colombari

Marò  Tobia Colombo

Mec. Giorgio Fabbris

Marò Angelo Ferrante

SC Giovanni Giannuzzi

Marò Michele Grima

cannoniere armaiolo Domenico Lucchiari

T.V. Danilo Medanich Delimiro

2°C.C. Giuseppe Nenz

SC. Gino Pastina

C.F. Manlio Petroni

S.T.D. Giuseppe Porciatti

F.S. Giovanni Ravera

Marò Giovanni Santamaria

Ser. C. Pietro Di Sarcina

Cann. Alfredo Schiavio

Marò Nicola Tabacco

Marò Carmelo Vergari

F.A. Ezio Zocchi

Nota - Nel cimitero di Mahón le lapidi riportano 4 e non 5 ignoti (tre hanno una lapide propria, mentre un quarto ignoto figura nella stessa lapide con Angelo Ferrante).  A. Catalano Gonzaga scrive di non essere stato in grado di identificare 5 caduti, ma si vede che uno dei 5 è stato identificato da altri, perché anche il Com. Marini nel suo Rapporto finale, annesso 3, elenca 4 sconosciuti. 

bottom of page