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25 agosto - 2 settembre 1943

25 Agosto

PARTENZA PER LISBONA DEL GENERALE ZANUSSI

Intanto a Roma il maresciallo Badoglio e il generale Ambrosio, preoccupati per la mancanza di notizie da parte del generale Castellano, fecero partire per Lisbona il generale Giacomo Zanussi dello Stato Maggiore dell’Esercito, con l’incarico di prendere eventualmente il posto del generale Castellano, in funzione della situazione che avrebbe trovato localmente.

Il generale Zanussi arrivò a Lisbona il 25 agosto

Il generale Castellano era già partito per rientrare in Italia. Egli giunse a Roma il mattino del 27 e si recò subito dal generale Ambrosio, al quale consegnò l’”Armistizio corto”, il “Memorandum di Quebec” e il verbale della riunione, redatto dagli Alleati, relativo ai giorni 19 e 20 agosto. La documentazione portata dal generale Castellano venne esaminata e discussa in diverse riunioni alle quali parteciparono il maresciallo Badoglio, il generale Ambrosio ed il Ministro degli Esteri Raffaele Guariglia.

30 Agosto

Giunge un telegramma da parte del generale Smith, che richiedeva la presenza, in Sicilia, del generale Castellano. Pertanto ne fu decisa la partenza per il giorno 31 agosto.

Al generale Castellano venne consegnato, prima della sua partenza, un promemoria, preparato dal ministro Guariglia, nel quale venivano indicati termini e limiti entro i quali il Governo italiano era pronto a firmare i “‘Armistizio corto”. Inoltre a tale promemoria fu allegato un appunto vergato dal maresciallo Badoglio che prescriveva, fra l’altro, “la Flotta va a La Maddalena; sapere pressappoco l’epoca per prepararsi”. Ancora una volta vennero quindi prese decisioni sulla nostra Flotta senza contattare l’ammiraglio de Courten.

31 Agosto

Il generale Castellano, al quale si era aggiunto il generale Zanussi, proveniente da Algeri, si incontrò a Cassibile (paese situato a circa 15 chilometri a sud di Siracusa) con il generale Smith. A quest’ultimo vennero comunicate la risposta e le proposte contenute nei promemoria consegnati a Castellano. La risposta del generale Smith alle proposte del Governo italiano, fu negativa e decisa; l’unica possibilità che il Governo italiano aveva era quella di firmare l’”Armistizio corto” così come era stato predisposto dagli Alleati. Occorreva comunque considerare che il generale Eisenhower aveva i pieni poteri, conferitigli dal “Memorandum di Quebec” di modificare, a favore dell’Italia, le clausole armistiziali in funzione della collaborazione che la nostra Nazione avrebbe fornito agli Alleati per cacciare i Tedeschi dai territori italiani.

Inoltre il generale Smith precisò che alcune delle richieste italiane, contenute nei promemoria, potevano essere accettate, mentre la richiesta di trasferire la Flotta italiana a La Maddalena, anziché in porti sotto il controllo degli Alleati, “per varie ragioni non era accettabile e che la questione del trattamento della flotta era una questione di alta politica”. In definitiva, la situazione relativa ai colloqui e alle controproposte alleate può così sintetizzarsi:

il Governo italiano poteva soltanto accettare o rifiutare le condizioni dell’Armistizio integrate dal “Documento di Quebec” (noto come “Memorandum di Quebec”). Se le avesse accettate esso sarebbe rimasto segreto fino a quando il generale Eisenhower ne avrebbe dato l’annuncio poche ore prima dello sbarco alleato in forze. A questo annuncio avrebbe dovuto far seguito subito un analogo annuncio del maresciallo Badoglio;

·        gli Alleati avrebbero effettuato alcuni sbarchi secondari con cinque o sei divisioni, sbarchi che avrebbero dovuto incontrare l’opposizione delle truppe italiane;

·        una o due settimane dopo, previo annuncio della conclusione dell’Armistizio, sarebbe avvenuto lo sbarco principale Alleato. Questo avrebbe avuto luogo a sud di Roma (ma il più a nord possibile consentito dall’autonomia dei caccia che dovevano assicurare la copertura aerea) e sarebbe stato fatto con forze sufficienti ad aver ragione della prevista resistenza nemica. Lo sbarco non avrebbe dovuto incontrare opposizione da parte delle Forze italiane; avrebbe dovuto trovarne anzi l’appoggio dato che era prevedibile che esse sarebbero state attaccate dalle forze tedesche alla notizia del concluso Armistizio;

·        contemporaneamente allo sbarco principale una divisione aviotrasportata sarebbe atterrata,  con la collaborazione italiana,  vicino a Roma, inoltre sarebbero stati sbarcati alle Foci del Tevere cento pezzi anticarro.

I generali Castellano e Zanussi rientrarono a Roma la sera del giorno 31, assicurando che entro il 2 settembre avrebbero fatto conoscere la risposta del Governo italiano.

Il Ministro Guariglia così riferisce l’esito della riunione avvenuta il primo settembre a Roma:

“Il mattino del 1° settembre ci riunimmo con il maresciallo Badoglio (presenti Ambrosio, Acquarone e il generale Carboni) per udire il resoconto della Missione Castellano.

Dall’esposizione verbale che lo stesso Castellano ci fece, compresi subito che era ormai impossibile far cambiare in alcun modo i piani prestabiliti dagli Alleati. Abbandonai perciò ogni ulteriore resistenza e mi trovai pienamente d’accordo con il generale Ambrosio nel riconoscere che, al punto in cui eravamo giunti, non ci rimaneva altro da fare che accettare tutto quanto ci veniva imposto. In tal senso mi espressi senza esitazione. Sua Maestà il Re, nel pomeriggio, decise la nostra accettazione e venne quindi spedito il noto telegramma: “La risposta è affermativa, ripeto affermativa”. Di conseguenza nota persona arriverà giovedì 2 settembre ora et località stabilite. Prego conferma”.

2 settembre

Il generale Castellano, unitamente al console Montanari e al maggiore dell’Esercito Luigi Marchesi, del Comando Supremo, partì in aereo diretto a Cassibile.

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