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8 settembre all'alba

ore 02.00

Nella riunione del maresciallo Badoglio con il generale Taylor ed il colonnello Gardiner, questi confermò le notizie riferite dal generale Carboni. Era quindi necessario rinviare di qualche giorno tutte le operazioni, e conseguentemente la proclamazione dell’armistizio.

Il colloquio fu molto burrascoso e terminò verso le ore 02.00.

Subito dopo il maresciallo Badoglio inviò al generale Castellano un messaggio per illustrargli lo svolgimento e l’esito del colloquio avuto con i due ufficiali americani e con l’ordine di far presente al Comando in Capo alleato la impossibilità per il Governo italiano di proclamare il giorno 8 la notizia dell’armistizio. Precisò anche che il generale Taylor era pronto a rientrare in Sicilia, unitamente al generale Francesco Rossi, Sottocapo di Stato Maggiore, al quale fu dato un promemoria, predisposto dal generale Roatta, da consegnare al generale Eisenhower, dal quale dipendevano tutte le decisioni operative alleate. In tale promemoria si evidenziava quale era la situazione della occupazione, da parte delle truppe tedesche, dei più importanti punti strategici di Roma e si avanzava quindi la richiesta di posporre, almeno fino al giorno 12 settembre, lo sbarco sulle coste tirreniche centro-meridionali, nonché l’occupazione degli aeroporti di Cerveteri e di Furbara da parte dei paracadutisti americani. Veniva inoltre richiesto di esaminare la possibilità di effettuare un altro sbarco nelle coste laziali e si rinnovava, ancora una volta, la richiesta di trasferire le FF.NN.BB. alla Maddalena.

Lo stesso generale Taylor inviò, con la radio in suo possesso, un messaggio al generale Eisenhower per metterlo al corrente dell’esito dei colloqui.

Successivamente Taylor e Rossi partirono per recarsi a Tunisi.

Intanto, nella notte sull’8, e alle prime luci dell’alba, ulteriori avvistamenti dei convogli diretti verso il Golfo di Salerno, dettero certezza all’ammiraglio de Courten che era da attendersi, a breve scadenza, una operazione di sbarco degli Alleati verso le coste italiane centro-meridionali. Pertanto. Partendo a tale ora la Flotta si sarebbe trovata nelle acque del Tirreno meridionale nelle prime ore del giorno 9 potendo quindi intervenire nella fase critica dell’inizio dello sbarco, così come concordato con l’ammiraglio Bergamini.

Furono anche impartite disposizioni per la messa in atto della prevista cooperazione aeronavale.

 “dopo aver interpellato il Comando Supremo, che diede il suo assenso, alle ore 08 .00 fu trasmesso alla Flotta l’ordine di tenersi pronti a muovere alle ore 14.00 dell’8”

“[...] Fu disposto che sei torpediniere (Libra, Pegaso, Orsa, Orione, Impetuoso ed Ardimentoso) fossero messe a disposizione della Flotta per rafforzare la sua scorta navale, che due cisterne d’acqua fossero inviate rispettivamente a La Maddalena ed a Piombino, che la nave ospedale Toscana, in porto a Gaeta, fosse pronta a muovere, che i Comandi Militari Marittimi interessati effettuassero i previsti servizi di vigilanza antimine e antisommergibile davanti alle nostre basi e lungo le probabili rotte della Flotta”.

ore 10.00

In merito alla cooperazione aeronavale, Superaereo, ricevuta la richiesta da Supermarina, con messaggio I.E./8763 dette disposizione alla III Aerosquadra di effettuare la scorta aerea alle FF.NN.BB. In tale messaggio era tra l’altro previsto “Flotta Italiana uscirà dalla Spezia questa notte con tempi e rotte presumibili indicate in colore marrone nella cartina di cui all’allegato n. 1 “. Tale messaggio e la relativa cartina furono inviati per conoscenza anche a Supermarina. In tali documenti la rotta che avrebbe dovuto seguire la Flotta, era quella necessaria per dirigere verso il basso Tirreno ed era pertanto quella interna compresa fra la Corsica e la costa della Toscana e, successivamente, tra la Sardegna e il Lazio.

L’ammiraglio de Courten si recò al mattino presto dell’8 settembre dal generale Ambrosio per riferirgli l’esito della “Missione Ibis” (che si era conclusa con lo sbarco a Gaeta del generale Taylor e del colonnello Gardiner), per consegnargli i due promemoria riguardanti le “Istruzioni Dick” e per comunicargli gli ordini impartiti per l’imminente partenza delle FF.NN.BB. per il Tirreno meridionale

“mettendo in evidenza le disponibilità dei mezzi e le prospettive del risultato, il carattere dell’impegno”.

Il generale Ambrosio, che appariva particolarmente cupo e preoccupato, comunicò allora all’ammiraglio de Courten che gli anglo-americani avevano respinto la proposta di riunire le FF.NN.BB. alla Maddalena, ma che comunque egli stava insistendo per l’accoglimento della richiesta italiana con la speranza di riuscire a ottenere qualche cosa.

Gli Alleati concordavano invece sul trasferimento del Re a La Maddalena consentendo però di lasciare, a disposizione del Re e del suo seguito, soltanto un incrociatore e quattro cacciatorpediniere di scorta.

Per quanto riguarda i movimenti delle FF.NN.BB. era opportuno attendere il suo “via”; venne però deciso di passare allo stato di approntamento in due ore e di far passare le navi agli ormeggi in rada, mentre l’8a Divisione Navale doveva restare pronta in due ore a Genova. Tali disposizioni furono trasmesse alle ore 10.00 al Comando in Capo delle FF.NN.BB.. L’ammiraglio de Courten, alle ore 12.00, in considerazione anche dell’atteggiamento tenuto dal generale Ambrosio nella riunione del mattino si preoccupò di non aver ancora ricevuto sue disposizioni in merito alla partenza delle FF.NN.BB. per Salerno.

Così egli riferisce nelle sue Memorie:

“A mezzogiorno, non avendomi il generale Ambrosio fatta nessuna comunicazione, le mie preoccupazioni si fecero più gravi. Ebbi la sensazione che potesse divenire realtà l’eventualità presa in considerazione il giorno prima, con l’ammiraglio Bergamini, quella di trovarsi in stato di ostilità con le due parti, senza sapere dove appoggiare la Flotta”.

E ancora appresso così si esprime in merito all’autoaffondamento:

“L’orientamento di questa presa di posizione era largamente influenzata dalla circostanza che il persistente silenzio del generale Ambrosio, irraggiungibile, lasciava molto perplessi sul significato di questo atteggiamento, che appariva ambiguo e suscettibile di qualsiasi interpretazione”.

ore 12.30

L’ammiraglio de Courten pertanto decise, qualora non gli fossero pervenute in tempo utile le opportune disposizioni in merito alla partenza per Salerno delle FF.NN.BB. di:

  • considerare annullata la missione delle FF.NN.BB. a Salerno

  • prevedere comunque il trasferimento della Flotta a La Maddalena;

  • predisporre anche le opportune disposizioni per l’eventuale autoaffondamento delle unità navali

 

Ebbe un incontro con l’ammiraglio Bruno Brivonesi, Comandante Militare Marittimo Autonomo della Sardegna, da lui convocato e giunto in aereo da La Maddalena.

L’ammiraglio Brivonesi gli riferì che il generale Antonio Basso, Comandante delle Forze Armate della Sardegna (i Comandi Militari Marittimi dipendevano operativamente per la parte a terra dagli Alti Comandi dell’Esercito) gli aveva già comunicato le direttive ricevute dal Comando Supremo in caso di attacco tedesco. Vennero inoltre esaminate le disposizioni da attuare il giorno seguente in caso di attraccaggio della Flotta a La Maddalena, nonché la eventuale sistemazione della Famiglia Reale e di parte del Governo qualora ne venisse confermato il trasferimento a La Maddalena.  Dopo tale colloquio l’ammiraglio Brivonesi si recò dall’ammiraglio Sansonetti il quale, tra l’altro, gli affidò un plico che conteneva dei documenti da consegnare all’ammiraglio Bergamini al suo arrivo a La Maddalena, che comprendeva probabilmente anche le “Istruzioni” del commodoro Dick, e rientrò immediatamente in aereo in sede

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